I Fondi per la Smart City

Milano Finanza del 07.06.2014.

Ci sono almeno 5 miliardi a disposizione per finanziare idee innovative da proporre entro il 2020 che rendano migliore la qualità della vita nelle città europee, indirizzandole verso modelli intelligenti (smart city), cioè dotandole di nuove infrastrutture e nuovi servizi utili ai cittadini, che utilizzino una forte componente di innovazione tecnologica e applicativa.

La cifra deriva da una stima di potenziale utilizzo da parte dei vari Paesi dei fondi a gestione diretta della Ue per progetti destinati a questo scopo preciso. L’Italia, quindi, dovrà lavorare per conquistare la sua fetta di fondi, che andrà sommata alla quota di fondi strutturali Uè da mobilitare a livello nazionale e regionale ai fini dello sviluppo delle smart city. Del totale dei fondi strutturali 2014-2020 destinati all’Italia, infatti, almeno il 5% dovrà necessariamente essere dedicato allo sviluppo urbano (come indicato nei regolamenti Ue e nell’Accordo di Partenariato): ciò significa che nei sette anni saranno disponibili almeno 3 miliardi di euro (comprensivi della quota del 50% di coinvestimento nazionale).

Gli interventi sui quali si ragiona possono riguardare azioni di sostenibilità ambientale nei settori sicurezza del territorio, waste management, gestione risorse idriche, efficienza energetica, energia pulita, architettura sostenibile e materiali, trasporti e mobilità, logistica, progetti di innovazione sociale, con particolare attenzione al miglioramento della qualità della vita nei settori invecchiamento della società, tecnologie welfare, domotica, cloud computing e così via.

Il punto è però che non esiste un programma unico e specifico europeo dedicato alle smart city, perché il tema è trasversale e tocca appunto tanti settori diversi. E necessario quindi sapersi muovere tra tutti i diversi programmi costituiti dalla Ue con le finalità più diverse e individuare al loro interno gli strumenti di finanziamento che possono essere riferiti a progetti per le smart city. E questi programmi, a loro volta, vanno a insistere sia sui fondi a gestione diretta Ue sia sui fondi strutturali Ue che vengono poi intermediati dagli Stati membri e alle Regioni.

«L’iniziativa di un progetto dedicato alle smart city può arrivare dalle città stesse, che quindi possono utilizzare un bando Ue per individuare a chi assegnare uno studio di fattibilità da finanziarsi con fondi a gestione diretta della Commissione Ue, oppure da singole aziende fornitrici che, in partnership con altre società europee, propongono il progetto agli enti locali interessati, i quali, se lo ritengono meritevole, possono attivarsi per attingere ai finanziamenti Ue», spiega a Milano Finanza Marco Tabladini partner di Gruppo Impresa, società di consulenza specializzata in finanza agevolata per imprese e pubblica amministrazione.

Continua Tabladini:

«Una volta verificata la fattibilità di un progetto, è possibile attingere ancora una volta dai fondi Ue diretti per realizzare un progetto pilota e verificare che effettivamente l’idea innovativa funzioni. Dopodiché, per applicare la stessa idea su scala più ampia o in altri contesti urbani, gli enti locali potranno attingere ai fondi strutturali Ue, nell’ambito di più tradizionali strumenti di finanza agevolata, tenendo anche presente che da quest’anno è molto incentivato il ricorso agli strumenti finanziari (prestiti o garanzie), nell’ottica di creare un effetto leva insieme ai fondi messi a disposizione dai privati, in alternativa al più comune strumento del finanziamento a fondo perduto».

 

Così per esempio, spiega ancora Tabladini,

«il programma Horizon 2020 prevede un contributo a fondo perduto per l’assistenza a promotori pubblici e/o privati per dimostrare la sostenibilità e la finanziabilità di progetti di dimensione variabile tra 6 e 50 milioni nei settori del risparmio energetico, dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nell’ambiente urbano e dell’illuminazione pubblica. I fondi Ue nell’ambito della Project Development Assistance, finanziano le attività necessarie a preparare e mobilitare finanza per programmi di investimento». In questo caso il finanziamento è a fondo perduto e va da 0,5 a 2 milioni per progetto».

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