Le agevolazioni per lo startup di impresa

Dirigere l’Azienda, marzo 2016.

Le startup rappresentano un driver di competitività del Paese, grazie alla loro capacità di veicolare innovazione in maniera trasversale ai diversi settori produttivi, da quelli tradizionali a quelli più avanzati. Questa importante funzione è riconosciuta anche dalle recenti politiche pubbliche, che intervengono a sostegno della nascita e crescita delle startup con diverse tipologie di agevolazioni.

 

IL FENOMENO STARTUP

Una startup è una nuova impresa innovativa che, per definizione, aspira a crescere rapidamente, non si accontenta di un mercato locale ma è trainata da una forte vocazione internazionale, si fonda su un team dotato di competenze eterogenee, ha una forte spinta verso l’innovazione, e cresce non con l’improvvisazione ma secondo un processo di pianificazione strutturato e continuo.

(Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico – Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della normativa a sostegno delle startup e delle PMI innovative, settembre 2015).

 

A livello nazionale e non solo, è vivo più che mai l’interesse nei confronti dello sviluppo tecnologico e dell’occupazione, soprattutto giovanile. La fonte più importante di nuova occupazione è rappresentata dalle nuove imprese, in particolare dalle PMI che, secondo i conti della Commissione, creano ogni anno in Europa più di quattro milioni di nuovi posti di lavoro.

Le startup innovative nascono formalmente in Italia nel 2012, quando il “Decreto Crescita 2.0” (DL 179/2012) viene convertito in legge dal Parlamento. Da allora, in media, più di quattro startup al giorno si sono iscritte all’apposito Registro che a dicembre 2015 contava 5.143 società (+9,3% rispetto al trimestre precedente): un dato in controtendenza rispetto alla natalità complessiva delle imprese italiane.

La normativa si riferisce esplicitamente alle startup innovative includendo le imprese di nuova costituzione che operano nel campo dell’innovazione tecnologica: sono dunque interessati tutti i settori produttivi, dalle tecnologie delle telecomunicazioni e dell’informazione all’artigianato, passando per i servizi. Il quadro nazionale vede il 72% delle startup innovative attive nella fornitura di servizi alle imprese, il 19% nell’industria in senso stretto ed il 4,2% nel commercio.

In termini assoluti, il maggior numero di startup è localizzato in Lombardia (21,8%) – con la provincia di Milano che, da sola, ospita il 14,7% delle startup italiane -, Emilia Romagna (11,2%), Lazio (9,7%), Veneto (7,5%) e Piemonte (6,9%). Ma se si osserva l’incidenza delle startup in rapporto alle società di capitali, la Lombardia ne conta 35 ogni 10mila, contro le 95 del Trentino Alto Adige, le 63 delle Marche, le 58 del Friuli Venezia Giulia e le 53 dell’Emilia Romagna.

Le startup a prevalenza giovanile sono il 24% del totale, rispetto al 7,1% delle società di capitali. Inferiore invece la prevalenza femminile (solo il 13,2% delle startup innovative, rispetto al 16,6% delle società di capitali).

Nonostante le startup contino un valore della produzione media di 119mila euro e 2,8 occupati per impresa, rappresentando solo lo 0,33% del milione e mezzo di società di capitali italiane, è da notare come gli indicatori di redditività ROI e ROE che riguardano quelle in utile (il 43,3% nel 2014, mentre il restante 56,7% registrava una perdita di esercizio) abbiano valori migliori rispetto alle altre società di capitali. In particolare, il valore aggiunto generato da una startup in utile è di 34 centesimi, contro i 21 della società di capitali.

 

 

LE QUATTRO LEVE DI SOSTEGNO ALLE STARTUP IN ITALIA

È importante accrescere la qualità e i ritorni finanziari dei progetti di startup. Il sostegno finanziario per i test, la dimostrazione e il pilotaggio delle nuove tecnologie, il rafforzamento del venture capital, gli investimenti informali (angel investment), gli incubatori e i prestiti per le PMI dalle elevate potenzialità sono alcuni degli ambiti in cui è possibile intervenire.

(Piano d’azione imprenditorialità 2020 – Commissione Europea, 9 gennaio 2013).

 

Oltre alla difficile situazione economica del mercato e alla perdurante difficoltà nell’accesso al credito vissuta dalle imprese tradizionali – che hanno accresciuto l’attenzione di tutti gli imprenditori verso le opportunità offerte dagli strumenti di agevolazione pubblica – le startup soffrono la propria natura intrinseca di imprese ad alto rischio. A beneficio di queste aziende – ed in particolar modo di quante possiedono i requisiti per iscriversi presso la Camera di Commercio come “innovative” – esistono però numerose agevolazioni di natura amministrativa, giuslavoristica, fiscale e finanziaria.

Con riferimento alle prime tre leve, il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto, nel già richiamato “Decreto Crescita 2.0”, misure quali l’esonero da diritti camerali e imposte di bollo per startup innovative e incubatori certificati; deroghe alla disciplina societaria ordinaria; facilitazioni nel ripianamento delle perdite; l’inapplicabilità della disciplina sulle società di comodo e della disciplina del fallimento.

Il Decreto ha poi introdotto il credito d’imposta per assunzione di personale altamente qualificato e una disciplina del lavoro a misura delle startup innovative, unita alla possibilità di remunerare il personale in modo flessibile (anche con strumenti di partecipazione al capitale sociale come le stock option) e i fornitori di servizi esterni attraverso schemi work for equity.

Il Decreto ha inoltre previsto incentivi fiscali per investimenti in startup innovative provenienti da persone fisiche (che godono di una detrazione Irpef del 19% di investimenti fino a 500mila euro) e giuridiche (deduzione dell’imponibile Ires del 20% di investimenti fino a 1,8 milioni di euro), nonchè dell’equity crowdfunding: l’Italia, con il “Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on-line” predisposto dalla Consob, è il primo Paese al mondo ad aver regolamentato il fenomeno con uno strumento normativo dedicato. Successivamente, con il Decreto Legge “Investment Compact”, la possibilità di raccogliere capitale diffuso attraverso portali web è stata estesa dalle startup innovative a tutte le Piccole e Medie Imprese innovative.

Ma entriamo ora nel dettaglio delle principali agevolazioni di natura finanziaria.

 

LA LEVA FINANZIARIA: PRINCIPALI AGEVOLAZIONI DISPONIBILI

 

Attualmente, le principali agevolazioni finanziarie offerte dal panorama nazionale sono:

A)   “Nuove imprese a tasso zero”

B)   “Smart&Start Italia”

C)   Fondo di Garanzia – Accesso facilitato per startup e incubatori

Nuove imprese a tasso zero è un incentivo destinato a sostenere le startup a prevalente partecipazione giovanile e/o femminile, disciplinato dalla circolare 75445 del 9 ottobre 2015. Gli incentivi sono validi in tutta Italia e finanziano progetti d’impresa con spese fino a 1,5 milioni di euro attraverso un finanziamento a tasso zero della durata massima di 8 anni, che può coprire fino al 75% delle spese totali. La dotazione attualmente assegnata ammonta a 58.387.260 milioni di euro, ma è suscettibile di incrementi, in quanto costituita da un fondo rotativo la cui consistenza è alimentata dai rientri dei finanziamenti concessi. Pertanto, nonostante al momento la possibilità di presentare la domanda di agevolazione on line sia sospesa a causa dell’esaurimento dei fondi, è prevedibile una riapertura della misura, in virtù della natura rotativa del fondo.

Smart&Start Italia è un incentivo del Ministero dello Sviluppo Economico che, con il DM 24 settembre 2014, ha rinnovato le agevolazioni per le startup innovative estendendole all’intero territorio nazionale. L’iniziativa “Smart&Start”, offre un mutuo senza interessi che copre dal 70 all’80% delle spese ammissibili, per sostenere la nascita e la crescita delle startup innovative ad alto contenuto tecnologico, al fine di stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’economia digitale, di valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e di incoraggiare il rientro dei «cervelli» dall’estero. La dotazione finanziaria è di circa 200 milioni di euro e le agevolazioni saranno concesse fino a esaurimento dei fondi. Recentemente la dotazione è stata incrementata di ulteriori 20 milioni di euro da destinare a progetti di startup innovative ubicate nelle aree del Centro Nord.

Infine, il decreto attuativo interministeriale del 23 aprile 2013 prevede l’accesso semplificato gratuito e diretto, per startup innovative ed incubatori certificati, all’intervento del Fondo di Garanzia per le PMI (FGPMI), un fondo governativo che facilita l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari. La garanzia copre l’80% del credito erogato dalla banca alla startup, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro ed è concessa sulla base di criteri di accesso estremamente semplificati, con un’istruttoria che beneficia di un canale prioritario, in quanto il Medio Credito Centrale non opera alcuna due diligence ulteriore rispetto a quella già effettuata dalla banca. Da settembre 2013 a dicembre 2015, le startup innovative hanno potuto contare su finanziamenti facilitati dal FGPMI per 289.185.329 milioni di euro (per un importo garantito pari a 225.827.047 milioni di euro), gli incubatori certificati per 7.730.000 milioni di euro (per un importo garantito pari a 5.834.000 milioni di euro).

Agli strumenti attivi sull’intero territorio nazionale si aggiungono naturalmente le risorse messe in campo dalle singole Regioni per sostenere le startup e, più in generale, l’avvio d’impresa (si pensi ad esempio al bando Frim Startup POR di Regione Lombardia, o al Bando Startup innovative 2016 della Regione Emilia Romagna, o ancora al Fondo di rotazione per l’imprenditoria giovanile di Regione Veneto, per citarne alcuni).

Senza contare i numerosi programmi europei accessibili a tutte le Piccole e Medie Imprese, come ad esempio Horizon 2020 (in particolare, il suo sottoprogramma Sme Instrument mette a disposizione, nella fase 1, contributi a fondo perduto fino a 50mila euro per sviluppare l’idea nella sua pre-fattibilità tecnica ed economica e finanzia, nella fase 2, attività di sviluppo prototipi, prodotti, test, scaling up, market replication fino a 2,5 milioni di euro); COSME (che destina il 61% dei suoi 2,3 miliardi di euro di dotazione a facilitare l’accesso delle PMI al credito); Life (che, con i suoi 3,4 milioni di euro di dotazione, incoraggia in particolare lo sviluppo di tecnologie innovative e buone pratiche con un impatto positivo dal punto di vista ambientale); Creative Europe (il programma quadro che dedica 1,46 miliardi di euro al settore culturale e creativo); o il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale EaSI – ed infine gli strumenti finanziari gestiti da BEI e FEI.