Le Regioni a favore delle Reti di impresa

Riportiamo l’articolo pubblicato sulla Newsletter Appunti edita dal Consorzio Camerale per il Credito e la Finanzanel mese di Febbraio 2018.

di Marco Bortoli

E’ stato recentemente pubblicato un nuovo studio sui finanziamenti regionali per le reti di impresa che delinea il quadro di aiuti pubblici per il settore. L’indagine -promossa da Retimpresa, agenzia di Confindustria, in collaborazione con Gfinance-Gruppo Impresa e la Commissione Attività Produttive della Conferenza delle Regioni – ha permesso di quantificare il volume delle agevolazioni concesse dalle amministrazioni regionali dal 2010, anno di attivazione dello strumento, al 2016, ed evidenziare le best pratices sul territorio.

L’indagine: sintesi dei risultati

Complessivamente le Regioni hanno concesso 168 milioni di euro alle imprese in rete, a fronte di oltre 360 milioni di euro di investimenti attivati.

I contratti di rete finanziati sono 893, pari a circa il 27% del totale dei contratti attivi per il periodo (3.320), mentre il numero delle imprese in rete che ha ricevuto il contributo pubblico è pari a circa il 23% del totale delle imprese in rete nello stesso periodo (3.807 su 16.587).

Nel corso degli ultimi anni il rapporto tra reti agevolate e reti esistenti è calato notevolmente: dal 43% del 2014 al 27% del 2016. Ciò non dipende tanto da una riduzione dell’impegno pubblico nei confronti delle reti (che si rileva solo nel 2016), ma piuttosto da un forte incremento delle reti di imprese costituite.

Questo dato conferma ulteriormente che le reti di impresa non dipendono dalle agevolazioni pubbliche ma anche che il contratto di rete non è un fenomeno passeggero derivante dalle politiche di promozione dei mezzi di stampa o delle associazioni di categoria. Le imprese continuano sempre di più a condividere programmi di investimento tramite il contratto di rete perché così facendo ritengono di incrementare il proprio livello di competitività sul mercato nazionale ed estero.

Gli incentivi per le reti: le Regioni virtuose

Tutte le amministrazioni regionali hanno previsto la concessione di contributi a favore delle reti di impresa, anche se il sostegno non è uniforme a livello nazionale, soprattutto nei territori con scarsa vocazione ad aggregarsi.

Dall’indagine emerge che la Regione con il più alto volume di fondi concessi alle reti è la Lombardia con 34,9 milioni di euro, seguono il Lazio con 26,3 milioni e la Puglia con 23 milioni.

La Lombardia, oltre ad essere la Regione che ha concesso più fondi, è anche quella che ha finanziato più progetti di rete (216), seguita da Emilia-Romagna con 143 e Lazio 117 (vedi tavola)[1].

Le Regioni a favore delle Reti di impresa 2017

Tavola: Progetti di rete finanziati 2010-2016

Tratto da “Le Regioni a favore delle Reti di impresa” aggiornamento 2017

> Lo Studio completo è disponibile qui <

 

 

 

 

 

In alcune Regioni la creazione di un contratto di rete è maggiormente influenzata dall’incentivo pubblico: in Abruzzo il 66% delle imprese in rete ha beneficiato del contributo regionale, in Basilicata il 63% e nelle Marche il 39%.

Nonostante le reti di imprese siano un fenomeno “multiregionale” gli incentivi hanno, per competenza, un forte limite territoriale. Le amministrazioni regionali sono infatti obbligate ad erogare fondi solo per le imprese che insistono sul proprio territorio.

Così a fronte di un 27% di contratti di rete che insistono sul territorio di più Regioni gli incentivi hanno invece applicabilità limitata.

Le politiche di intervento

L’orientamento prevalente seguito dalle Amministrazioni regionali non ha sviluppato una politica di sostegno esclusiva per le reti, ma rivolta alle imprese in generale, con l’obiettivo di aumentare la loro competitività rispetto a determinati asset/obiettivi ritenuti strategici.

Tra questi risultano particolarmente incentivati dalle regioni gli investimenti in ricerca e innovazione (47% degli interventi), sviluppo aziendale (36% degli interventi), internazionalizzazione (27% degli interventi), indipendentemente che siano stati sostenuti dalle imprese tramite reti, altre forme di aggregazione o singolarmente. Il dato è positivo perché ciò consente di concentrare le risorse pubbliche su progetti strategici.

Fra le categorie di costi più ricorrenti ritroviamo il ricorso a consulenze esterne (83%), l’acquisto di macchinari e attrezzature (61%), il personale (57%), l’acquisizione di know-how, licenze, marchi e brevetti. Solo il 15% degli interventi consente invece di finanziare le spese per l’inserimento di un manager dedicato in azienda.

La tipologia di agevolazione più frequente è la concessione di contributo a fondo perduto, mentre rimane poco utilizzato il ricorso a fondi rotativi per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato.

Perché sostenere le reti di impresa

L’investimento sostenuto all’interno di un programma di rete presenta delle potenzialità maggiori in termini di competitività, non solo della singola impresa ma anche nei confronti delle altre imprese aderenti alla rete ed esterne ad essa, con ricadute positive in termini di sviluppo del territorio.

Infatti, la rete attiva un network virtuoso e stabile di collaborazioni e sinergie che non si esaurisce spesso con il completamento del singolo progetto finanziato,  ma si sviluppa in funzione di diversi obiettivi (e, quindi, con il coinvolgimento di più soggetti nel territorio) e  si articola su un programma di attività condivise, più duraturo nel tempo rispetto ad una ATI, che implica  per le aziende stesse un cambio di mentalità e di organizzazione, collegato allo stesso funzionamento della rete.

L’agevolazione alle imprese in rete, quindi, è una leva strategica perché supporta non solo l’investimento dello specifico progetto condiviso, ma anche lo sforzo delle stesse retiste a sperimentare modelli organizzativi più aperti e inclusivi, orientati allo scambio di know-how e conoscenze che generano competitività, a costruire aggregazioni tra operatori economici di varie dimensioni e settori, che agganciano anche piccole e medie realtà aziendali eccellenti della filiera locale, innescando così  processi di sviluppo e di rilancio dei territori.

[1] Si segnalano in particolare due bandi che per dotazione finanziaria e fondi concessi possono essere considerati i più rilevanti sul tema, si tratta dell’intervento “Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici” per l’Emilia-Romagna e del “Programma Ergon azione 1” per la Lombardia.

 

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