MAPEC studia gli effetti dell’inquinamento atmosferico

Gli effetti nocivi sulla salute dell’inquinamento atmosferico sono ben documentati. Da sottolineare inoltre che di recente, l’inquinamento atmosferico è stato classificato tra i cancerogeni umani dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS. I bambini sono più vulnerabili degli adulti agli effetti degli agenti aerodispersi, per diverse ragioni: maggiore attività fisica, più tempo all’aperto, maggiore quantità di aria inalata per unità di peso, immaturità di alcuni organi, tra cui i polmoni, e dei meccanismi di riparazione cellulare. Vi è quindi uno spiccato interesse nello studio degli effetti dell’inquinamento atmosferico nei bambini, con l’obiettivo di individuare marcatori di danno biologico, quali il danni danno al DNA e la presenza di micronuclei, predittivi, a livello di popolazione, dell’insorgenza di patologie croniche in età adulta.

Il progetto MAPEC, Monitoring air pollution effects on children for supporting Public Health Policy, promosso dal Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Radiologiche e Sanità Pubblica – Unità di Igiene, Epidemiologia dell’Università degli Studi di Brescia, mira a proporre un modello per la stima del rischio globale di effetti biologici precoci nei bambini provocati dagli inquinanti atmosferici e da altri fattori.

Il progetto – spiega il prof. Umberto Gelatti coordinatore dell’iniziativa – ha come obiettivo la valutazione dei collegamenti esistenti fra le misure stabilite (ad esempio PM10, NOx) e quelle emergenti (esempio PAH, nitroPAH) di inquinamento atmosferico e i biomarcatori di effetto biologico precoce.

Il progetto, che si concluderà a dicembre 2016, prevede di reclutare 1000 bambini in 5 città italiane, 200 per ogni città (Brescia, Lecce, Perugia, Pisa e Torino), caratterizzate da diversi livelli di inquinamento dell’aria, sia in inverno che in estate.

Per ogni bambino verrà raccolto un campione biologico (cellule della mucosa orale) e tutti i dati di interesse per la ricerca mediante un questionario compilato dai genitori.

L’analisi dei dati porterà allo sviluppo di un modello globale dei rischi nei bambini, che fornirà informazioni preziose ai responsabili politici per pianificare interventi singoli, e a livello europeo per proteggere i bambini dai possibili effetti degli inquinanti atmosferici sulla salute.

Partecipano al partenariato il Comune di Brescia, e altri cinque partner scientifici il Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico-CSMT di Brescia e le Università di Lecce, Perugia, Pisa, e Torino.

Il progetto è stato finanziato dall’Ue nell’ambito del Programma LIFE+ 2012 “Politica e governance ambientali” con un contributo pari a 1,1 milioni di euro a fronte di un valore complessivo di progetto pari a 2,3 milioni di euro.

Per informazioni www.mapec-life.eu