Industrie 4.0. Il ns articolo sugli incentivi per la Ricerca
Qui un’anteprima dell’articolo
—
Per dare slancio agli investimenti in ricerca e innovazione il Governo sostiene le imprese con un incentivo fiscale sotto forma di credito di imposta nell’ambito del Piano nazionale Impresa 4.0. Sono quasi 40 mila le imprese che nel solo anno 2019 hanno usufruito dell’agevolazione per un ammontare di oltre 3,3 miliardi di euro di investimenti attivati.
Si tratta di una misura di fiscalità generale, e pertanto applicabile a tutte le imprese, senza distinzione di dimensione o settore, con validità sull’intero territorio nazionale. I beneficiari devono però dimostrare il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
L’incentivo si distingue in 3 categorie differenti in base all’attività svolta in azienda: ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.
Per gli imprenditori l’opportunità è quella di usufruire per il 2021 di un credito di imposta variabile dal 10% al 20% delle spese sostenute (in base alla tipologia di attività finanziabile), con una maggiorazione fino al 45% per le imprese operanti nelle regioni del Sud Italia.
L’incentivo, operativo dal 2013, è stato riformulato interamente con la Legge 160/2019 che ha sostituito il metodo di calcolo incrementale (basato sulla media degli investimenti nel triennio) a favore di un approccio volumetrico (sul volume annuo degli investimenti), e ha declinato in modo più chiaro il quadro delle attività ammissibili.
La misura è stata poi rafforzata dalla Legge di Bilancio 2021 con la previsione dell’innalzamento delle aliquote applicate, l’aumento dei massimali di aiuto, e la proroga dell’operatività fino al 2022.