Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo: cosa cambia per il 2019
Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2019 (Legge 145/2018) ci sono importanti novità per le imprese che intendono usufruire del credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo nel 2019.
Si tratta di uno degli incentivi finora più utilizzati e apprezzati dalle imprese che investono in innovazione, perché ha carattere automatico e si applica senza distinzione a tutti i settori.
Credito di imposta 2019: cosa cambia
Sarà possibile spesare solo il 25% dei costi di ricerca per le voci relative a:
- quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di beni materiali, diversi dai terreni e dai fabbricati, non necessariamente tipici di laboratorio, ma che sono solitamente utilizzati dall’impresa per svolgere le attività di ricerca;
- competenze tecniche e privative industriali relative a un’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale anche acquisite da fonti esterne.
Resteranno agevolate al 50% le voci relative a:
- i contratti di ricerca con le università, le startup e pmi innovative
- le spese del personale.
L’importo massimo dell’agevolazione scenderà inoltre a 10 milioni di euro.
L’aspetto positivo è che fra le voci di spesa ammesse rientreranno anche i materiali e le forniture impiegati anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota, finora esclusi dalla normativa. In questo caso l’agevolazione copre il 25% del costo.
Nuovi adempimenti
Le imprese beneficiarie saranno tenute a redigere e conservare una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività di ricerca e sviluppo svolte in ciascun periodo d’imposta in relazione ai progetti o ai sottoprogetti in corso di realizzazione.
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